mercoledì 17 dicembre 2008
Articolo su L'Unità
L'accusa prevedeva una pena massima di dieci anni di carcere. Ma la giovane età dell'imputato, il fatto di essere incensurato, e la piccola quantità di hashish che gli era stata trovata addosso lasciavano ben sperare il suo avvocato se non in un'assoluzione, almeno in una sentenza lieve. E così è stato. Luca Zanotti (nella foto), il ventenne di Santarcangelo di Romagna sorpreso nel 2005 dalla polizia greca con 20 grammi di hashish durante un viaggio nella penisola ellenica, è stato condannato martedì dal tribunale di Kalamata (nel Peloponneso) a tre mesi con la condizionale. Il tribunale greco ha così derubricato l'imputazione originale di traffico internazionale di droga, che prevede fino a 10 anni di prigione. Durante la stessa udienza, è stato condannato a tre mesi con condizionale anche Davide D'Orsi, l'amico che si trovava con Zanotti al momento del fermo da parte della polizia greca. Sia Luca che Davide sono apparsi molto felici per l'esito del processo. «In tribunale, in realtà, - ha raccontato Zanotti - poichè la sentenza è stata letta in greco, non ci siamo subito resi conto che era finita bene, poi però abbiamo guardato gli avvocati e abbiamo capito».
Per Zanotti, comparso davanti al tribunale di Kalamata il 21 ottobre scorso dopo un periodo di detenzione, l'udienza era stata aggiornata al 16 dicembre a causa di uno sciopero dei cancellieri. Il giudice lo aveva comunque rimesso a piede libero dietro cauzione di 10.000 euro consentendogli il rientro in Italia. D'Orsi, invece, prima di martedì non si era mai presentato davanti ai giudici greci. Per chiedere l'assoluzione di entrambi si erano mobilitate, sia in Grecia che in Italia, diverse associazioni per i diritti umani e altre onlus. Zanotti e D'Orsi erano giunti lunedì a Patrasso e da lì si erano recati a Kalamata, accompagnati dall'avvocato greco di Luca, Giorgio Assimakis. Ad attenderli sul posto si trovavano il responsabile consolare dell'ambasciata italiana ad Atene, Martin Brook, l'assistente sociale presso la sede diplomatica, Salvo Cavallaro, e la rappresentante consolare a Kalamata Margherita Bovicelli. I due ragazzi potranno ritornare in Italia già martedì.
Fonte: L'Unità
Articolo su Il resto del Carlino
Finisce l'incubo per Luca Zanotti
Potrà tornare subito a casa
Nel 2005 era stato fermato con 20 grammi di hashish: il tribunale greco lo ha condannato a tre mesi con la condizionale, per detenzione di stupefacenti, derubricando l’imputazione originale di traffico internazionale di droga che prevede 10 anni di carcere
E' finito l'incubo per Luca Zanotti, il giovane di Santarcangelo di Romagna che rischiava fino a 10 anni di carcere: e’ stato oggi condannato a tre mesi con la condizionale per detenzione di stupefacenti. Il tribunale greco ha cosi’ derubricato l’imputazione originale di traffico internazionale di droga che prevede una pena sino a 10 anni.
Stessa condanna, durante la stessa udienza, svoltasi a Kalamata, nel Pelopponeso, anche Davide D’Orsi l’amico che si trovava con Zanotti al momento del fermo da parte della polizia greca nel 2005, che li trovo’ in possesso di 20 grammi di hashish. Sia Zanotti che D’Orsi potranno tornare ora in Italia.
‘’Si’, sono molto contento, non so che altro dire’’, ha detto il ventiquattrenne Luca. ‘’In tribunale in realta’, poiche’ la sentenza e’ stata letta in greco, non ci siamo subito resi conto che era finita bene, poi pero’ abbiamo guardato gli avvocati e abbiamo capito’’. ‘’E’ la migliore sentenza che potessi aspettarmi e il gran merito va all’avvocato Assimakis: e’ stato bravissimo’’, ha aggiunto.
’’Con l’hashish e’ finito tutto, e’ stata una lezione molto dolorosa ma utile’’, conferma il giovane - che frequenta la facolta’ di lettere all’Universita’ di Trieste ed ha recentemente superato con successo un esame - precisando che prima di ripartire col padre per l’Italia si rechera’ ad Atene per ringraziare l’ambasciatore Giampaolo Scarante dell’assistenza fornitagli in questi mesi.
Zanotti e D’orsi erano giunti ieri a Patrasso e da li’ si sono recati a Kalamata, accompagnati dall’avvocato greco di Luca, Giorgio Assimakis. Ad attenderli il responsabile consolare dell’ambasciata italiana ad Atene Martin Brook, l’assistente sociale presso la sede diplomatica Salvo Cavallaro e la rappresentante consolare a Kalamata Margherita Bovicelli, oltre all’avvocato di D’Orsi, Fabrizio Briganti, giunto dall’Italia. Tutti erano oggi in aula ad ascoltare la sentenza.
Zanotti era comparso davanti al tribunale di Kalamata lo scorso ottobre, dopo un periodo di detenzione, ma il processo non si era potuto tenere a causa di uno sciopero dei cancellieri. Il giudice aveva tuttavia concesso all’imputato di restare a piede libero in attesa della nuova udienza dietro il pagamento di una cauzione di 10.000 euro.
Fonte: Il resto del Carlino
mercoledì 22 ottobre 2008
Articolo su Il Resto del Carlino
Droga, Luca è libero. "Il giudice? Come una mamma"
Dopo cinque settimane di carcere greco il giovane santarcangiolese riabbraccerà familiari ed amici. Zanotti, che è stato liberato su cauzione di 10mila euro, tornerà di fronte al tribunale di Kalamata il 16 dicembre
"Adesso voglio fare una sorpresa ai nonni, non ditegli quando arrivo". Il primo pensiero di Luca Zanotti, tornato in libertà su cauzione (10 mila euro) versata a tempo di record con un bonifico da Cesena alla Western Union di Kalamata, è per la famiglia. E’ anche il punto da cui ricomincia la sua vita di eroe per caso, vittima inconsapevole di ingranaggi complessi e più grandi di lui, come il mandato di arresto europeo, un sistema perverso che ha rischiato di stritolarlo.
Un errore commesso tre anni fa, quel modesto quantitativo di 'fumo', 21 grammi, è diventato per la bulimia dei meccanismi giudiziari "traffico internazionale di stupefacenti". Accusa assurda, sproporzionata, cresciuta mese dopo mese fino a diventare un caso emblematico che forse costringerà il parlamento a ripensare, criticamente, all’adesione supina alle convenzioni dell’Europa intesa come un’unica nazione. Questa vicenda dimostra infatti l’esatto contrario. E l’incubo di Luca Zanotti, che tornerà di fronte al tribunale di Kalamata il 16 dicembre, ha rischiato di ingigantirsi oltremodo se i suoi avvocati Zaina e Assimakis non avessero fatto bene il loro mestiere e soprattutto se il presidente del tribunale Dritsakou, una donna, non avesse usato il buon senso femminile, con sfumature addirittura materne.
Cinque settimane in carcere, "ma avevo deciso di non contare i giorni", un caleidoscopio di momenti e di stati d’animo contrapposti, sempre sostenuto dal grande amore della famiglia, che ha organizzato durante il soggiorno nella prigione di Nauplia una staffetta affettiva per non fargli mancare le tre visite settimanali che gli erano concesse.
L’attimo di crisi all’inizio dell’udienza. Sul processo pendeva la spada di Damocle dello sciopero dei cancellieri: tutte le udienze previste per la giornata sono state rinviate di un mese o due. Si profilava quindi un’ulteriore detenzione fino al dibattimento. Essendo una fase preliminare, Luca, quando è stato convocato, non ha avuto a disposizione l’interprete, nella persone del console onorario Margherita Bovicelli.
"Sono stati momenti bruttissimi, di panico. Quando mi hanno riportato nella stanza con gli altri detenuti non capivo cosa fosse successo. Continuavano a dirmi che c’era sciopero, che si tornava dentro". L’istrionico avvocato Assimakis ha convinto il presidente, fino a quel punto molto nervosa e contrariata per lo sciopero del cancelliere, che comunque era presente, ad ascoltare il ragazzo per rendersi conto di persona che Luca era tutto, tratte che un pericoloso trafficante internazionale di stupefacenti.
Le ha chiesto di differire le misure di custodia. C’erano anche due parlamentari pronti a testimoniare, Pizzolante e Marchioni (Pdl e Pd), l’ambasciata aveva inviato sul posto il primo segretario Brook ed era pronta ad inoltrare una protesta ufficiale se davvero dalla giornata di ieri fosse scaturito il rinvio in stato di detenzione fino a metà dicembre.
"Quando mi hanno richiamato in aula il clima era completamente diverso e il presidente mi ha trattato come se fosse una mamma. Mi ha chiesto di parlare della mia famiglia, degli studi all’università e di raccontargli che cosa avevo fatto. Io le ho detto che non fumo più e che non l’ho mai fatto abitualmente in passato, ma solo qualche volta è capitato di dare un tiro alle feste con gli amici". Il magistrato ha capito. "Sei un bravo ragazzo— gli ha detto la signora Dritsakou prima di rimetterlo in libertà — perché di tanto in tanto fai quelle cose?". Ha trionfato il buonsenso, uscito pesantemente sconfitto dalla corte d’appello di Bologna che aveva concesso l’estradizione.
Lorenzo Sani
Fonte: Il resto del carlino
martedì 21 ottobre 2008
Articolo su Il Resto del Carlino
Luca Zanotti libero su cauzione
Il giovane è accusato di traffico internazionale di droga, rischia 10 anni per 21 grammi di hashish. Ora potrà tornare in Italia pagando una cauzione di 10.000 euro. Il processo è aggiornato al 16 dicembre, a causa di uno sciopero
Il giovane riminese accusato in Grecia di traffico internazionale di droga, Luca Zanotti, potrà tornare in libertà dietro il pagamento di una cauzione di 10.000 euro. Lo ha deciso oggi il giudice greco del tribunale di Kalamata, nel Peloponneso meridionale. Il giudice ha aggiornato il processo al 16 dicembre, a causa di uno sciopero dei cancellieri del tribunale. Zanotti potra’ ora tornare in Italia.
La decisione del giudice, una donna, di concedere la liberta’ su cauzione e’ stata presa dopo che Zanotti aveva detto di essere pentito, ‘’di essere cambiato’’ e di non fare piu’ uso di stupefacenti dopo questa vicenda. Il ragazzo sara’ messo in liberta’ subito dopo il pagamento della cauzione che potrebbe avvenire oggi, o piu’ probabilmente domani.
Fonte: Il resto del carlino
venerdì 19 settembre 2008
Articolo su Il Resto del Carlino
Luca al padre: "Sto bene"
Processo il 21 ottobre
Per la prima volta da quando è stato estradato in Grecia, martedì, il 25enne di Santarcangelo è riuscito a parlare con i familiari. Al carcere di Nafplion gli hanno fatto visita l’avvocato Carlo Alberto Zaina, il console italiano e l'avvocato greco Assimakis
"Sto bene, papà, non preoccuparti: mi stanno trattando bene". Nonostante il viaggio da incubo, la prima notte passata tra uffici di polizia e della Questura di Atene, il lungo trasferimento a Kalamata, in pulmino, con altri detenuti. "Sto bene", ha assicurato ieri al telefono Luca Zanotti al padre Paolo. Per la prima volta da quando è stato estradato in Grecia, martedì, il 25enne di Santarcangelo è riuscito a parlare con i familiari.
"Luca ha chiamato dal carcere di Nafplion, dove l’hanno appena trasferito — racconta Paolo — E’ un piccolo penitenziario, pulito, senza tanti detenuti". Ieri a Nafplion sono andati anche Assimakis, il legale ellenico a cui si sono affidati la famiglia del giovane e l’avvocato Carlo Alberto Zaina, e il console italiano. Hanno parlato con Luca e col direttore del carcere, a cui hanno spiegato il suo caso. Qui a Nafplion Luca resterà fino al processo, nel quale dovrà rispondere di quei 21 grammi di hashish, per cui fu arrestato nel 2005, con l’amico Davide D’Orsi, durante una vacanza in Peloponneso.
"Assimakis – annuncia Zaina – ci ha riferito che il processo sarà il 21 ottobre, probabilmente sarà un’unica udienza. E’ un risultato importante: in effetti pare che in Grecia stiano capendo che Luca non è un criminale". Già: l’eco che in questi mesi la stampa e la tivù hanno dato alla vicenda di Zanotti e D’Orsi (che per quei 21 grammi rischiano 10 anni di carcere, per i reati di spaccio e traffico) è arrivata fino alla Grecia. "Siamo fiduciosi", ammette lo stesso Zaina. E alcuni italiani che vivono là, nel frattempo, si sono offerti di aiutare famiglia e amici, che andranno a trovar Luca in Grecia.
Il primo a partire sarà il padre Paolo, lunedì sera. Andrà in auto: la speranza è di riportare Luca a casa, in caso di pena sospesa, alla fine di ottobre. "Al momento non si può dir nulla, ma dal consolato ci hanno rassicurato – continua ancora Zaina – E’ importante ora che le istituzioni siano vicine più che mai a Luca, magari presenziando in Grecia al processo". Solidarietà è arrivata a Zanotti anche dal consiglio provinciale, che ha votato a maggioranza (un solo astenuto, un altro non ha votato) l’ordine del giorno presentato da Massimo Pierpaolini del Pdl.
Manuel Spadazzi
Fonte: Il resto del carlino
giovedì 18 settembre 2008
Articolo su Il Resto del Carlino
Luca è arrivato in Grecia, "Non sei solo"
Solidarietà dal Consiglio Provinciale
Trasferimento allucinante fra delinquenti di ogni risma per il giovane santarcangiolese alla volta del carcere greco. Il padre sta organizzando una staffetta fra amici e parenti per visitarlo ogni giorno.
Ha passato la sua prima notte in Grecia insonne. Passando da un ufficio di polizia all’altro, in attesa di partire per Kalamata. Solo ieri pomeriggio Luca Zanotti, trasportato su un furgone con altri detenuti, dopo parecchi contrattempi e ritardi (dovuti alla burocrazia) ha raggiunto la località, dove resterà in cella fino a stamane. Proprio a Kalamata, dov’è iniziato il calvario del 25enne di Santarcangelo estradato in Grecia. A Kalamata, dove Luca nel 2005 fu arrestato (e poi rilasciato, su cauzione) insieme all’amico Davide D’Orsi dalla polizia greca, per 21 grammi di hashish. Già oggi Zanotti dovrebbe esser trasferito, secondo il suo avvocato in Grecia Georgios Assimakis, nel carcere di Nafplion, località a 150 km da Atene. "Per noi è una bella notizia - raccontano Paolo Zanotti, padre di Luca, e l’avvocato Carlo Alberto Zaina. - Dal consolato c’hanno assicurato che a Nafplion le condizioni di trattamento dei detenuti sono migliori, molto più civili delle altre carceri greche".
Quelle carceri le conosce bene Roberto Zappaterra, il giovane reggiano rimasto nelle galere greche 4 mesi nel 2006, dopo essere stato arrestato per alcuni cocci di anfore trovati sul suo camper. "Ho mandato un sms a Luca per fargli coraggio - racconta Zappaterra, che il 5 settembre scorso ha partecipato alla manifestazione per Zanotti in piazza - Gli ho detto di leggere e scrivere tanto, come ho fatto io. E’ l’unico modo per salvarsi e non impazzire, quello non è un ambiente per persone normali. Ti trovi in mezzo a dei delinquenti veri, che hanno commesso ogni sorta di reato". E’ stato Zappaterra a consigliare alla famiglia Zanotti il nome di Assimakis.
Ieri Paolo Zanotti ha parlato a lungo con Assimakis. "Ci ha rassicurato, ma fino a tardi nemmeno lui sapeva esattamente se Luca era già arrivato a Kalamata. Una volta a Nafplio, chiederà alle autorità che mio figlio possa ricevere una visita al giorno. Ci organizzeremo per fare la ‘staffetta’ e non lasciarlo mai solo, almeno fino al processo (che dovrebbe tenersi a fine ottobre). Lunedì andrò io, poi cercherò di organizzare le cose perché anche altri, amici, parenti, possano andare a trovarlo: non lo lasceremo solo".
Oggi invece Luca dovrebbe incontrare Assimakis. Neanche la politica l’ha abbandonato. Ieri l’on. del Pdl Sergio Pizzolante ha iniziato a raccogliere adesioni tra i parlamentari al comitato, fondato con l’avvocato Zaina e l’on. Marchioni del Pd, per rivedere le norme sul mandato di arresto europeo, mentre i consiglieri regionali Piva, Pironi e Lombardi chiedono alla Regione di attivarsi. Il caso andrà anche al Parlamento europeo, con l’interrogazione di Giuseppe Gargani. Il presidente della commissione giustizia, che ha consultato Zaina, chiederà "com’è stata ammissibile l’estradizione per Zanotti, a fronte di leggi così diverse tra l’Italia e la Grecia". Per quei 21 grammi di hashish Luca rischia 10 anni di carcere, ma Assimakis è fiducioso: "Le autorità greche non possono pensare che Luca sia un trafficante".
Manuel Spadazzi e Settimo Baisi
Fonte: Il resto del carlino
mercoledì 17 settembre 2008
Articolo su Il corriere della sera
Il padre: «Quando è partito era sereno»
Luca Zanotti estradato in Grecia,
rischia 10 anni per 21 grammi di hashish
Il giovane era stato sorpreso con l'amico in possesso di stupefacenti. È accusato di traffico internazionale
ATENE - Luca Zanotti è stato estradato. Il giovane era stato arrestato martedì mattina per essere consegnato alle autorità elleniche, come ha deciso la Cassazione. La Suprema Corte ha infatti concesso alla Grecia di detenere il nostro connazionale in attesa del giudizio.IN CARCERE - Un giudizio al termine del quale Zanotti rischia fino a 10 anni di carcere. Il ventenne riminese, che dovrebbe essere condotto in carcere nella località di Kalamata, è accusato di 'traffico internazionale, detenzione e spaccio di droga', per essere stato sorpreso, insieme all'amico, Davide D'Orsi, con 21 grammi di hashish, portati nel Peloponneso, nell'estate 2005.
IL PROCESSO - Il padre di Luca, Paolo Zanotti, prevede di volare in Grecia per assistere il suo ragazzo, stargli accanto come ha fatto in questi mesi. Forse già da sabato prossimo: «Quando è partito - dice il genitore dalla stazione dei carabinieri - Luca era sereno». Gli avvocati si mostrano ottimisti sui tempi del processo: «Sembra che si possano accorciare. Potrebbe essere celebrato entro un mese».
Fonte: Il corriere della sera
Articolo su La Repubblica
Il ventiquattrenne, prelevato in mattinata, rischia oltre dieci anni
Il paese Ellenico ha spiccato un mandato di arresto europeo
Droga, Zanotti estradato in Grecia
Nel 2005 fermato con uno spinello
"Traffico internazionale, detenzione e spaccio di droga" le accuse a suo carico
Nella mattinata, intorno alle 5 e 30, è stato arrestato il riminese Luca Zanotti che in serata verrà estradato in Grecia per rispondere dell'accusa di traffico internazionale, detenzione e spaccio di droga che in caso di condanna prevedono una detenzione non inferiore ai 10 anni. Nel 2005 il ventiquattrenne, insieme all'amico Davide D'Orsi, era stato fermato dalle autorità elleniche nel Peloponneso con 21 grammi di hashish.La Cassazione nei giorni scorsi ha concesso alla Grecia di detenere Zanotti in attesa del processo che, secondo le prime informazioni, potrebbe tenersi a metà ottobre. Il riminese rimarrà nel carcere di Kalamata, prima di essere trasferito ad Atene in attesa del giudizio. Proprio la località di detenzione è motivo di preoccupazione tra i familiari a causa della durezza del regime carcerario greco.
La vicenda. Luca Zanotti e Davide D'Orsi sono stati fermati dalla polizia greca nel 2005, durante una vacanza nel Peloponneso. I due, che all'epoca avevano rispettivamente 21 e 25 anni, furono trovati con 21 grammi di hashish ed arrestati dalle autorità elleniche per possesso di sostanze stupefacenti. Dopo quattro giorni in cella e il pagamento di 2.500 euro di cauzione furono infine rilasciati potendo così tornare in Italia.
La procedura legale è andata avanti con la richiesta della magistratura greca di estradare i due ragazzi per sottoporli a processo, concessa per Zanotti e respinta per D'Orsi, nei confronti del quale servirà però un'altro processo d'appello.
La mobilitazione. In difesa dei due ragazzi si sono mobilitate forze politiche e associazioni. A inizio settembre si è svolta una manifestazione di solidarietà a Sant'Arcangelo di Romagna, paese di origine di Zanotti, alla quale avevano preso parte anche il sindaco Vannoni e i parlamentari riminesi Marchioni (Pd) e Pizzolante (Pdl) e che si era conclusa con la raccolta di un migliaio di firme. Pochi giorni dopo, l'onorevole Elisabetta Zamparutti, esponente del partito Radicale eletta nelle liste del Pd, ha rivolto un'interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro della Giustizia, chiedendo che non venisse eseguita l'estradizione. Per perorare la propria causa Zanotti ha anche aperto blog con tutti gli aggiornamenti sulla propria situazione, a cui si affianca la raccolta di adesioni giunta fino ad ora a 1.500 firme.
Le accuse. Nei confronti dei due ragazzi sono state avanzate accuse molto pesanti: traffico internazionale, detenzione, spaccio e uso di sostanze stupefacenti. La legge greca non prevede infatti distinzione tra la detenzione ad uso personale e lo spaccio di droghe, quindi Zanotti rischia una pena non inferiore ai 10 anni di carcere in caso di condanna.
Fonte: La Repubblica
Articolo su Il Resto del Carlino
Estradato per 21 grammi di fumo
Luca rischia dieci anni di carcere
Prelevato dalla sua casa di Rimini è già stato portato in Grecia. "Ero pronto per questo momento" racconta. E papà partirà per stargli vicino
Nella valigia un po’ di vestiti, qualche romanzo e la Bibbia. "Ho ripreso a leggerla, mi aiuterà in carcere". La borsa l’aveva preparata già a fine agosto Luca Zanotti, dopo che la Cassazione ha accolto per lui l’estradizione in Grecia. E ieri per il 24enne di Santarcangelo, che rischia 10 anni di carcere per essere stato arrestato nel 2005 nel Peloponneso con 21 grammi di hascisc, è arrivato il momento temuto.
Poco dopo le 5 del mattino i carabinieri si sono presentati a casa sua per procedere con l’estradizione. Luca non ha perso il controllo, è rimasto tranquillo. «Mi sento sereno, sono settimane che mi preparo a questo momento, sono pronto ad affrontare la giustizia greca», assicura, poco prima di partire per Milano. I carabinieri l’hanno scortato fino a Malpensa dopo averlo trattenuto fino alle 11, in caserma, dove è rimasto con il padre Paolo e il vice parroco. In aeroporto la consegna alla polizia greca, che l’ha accompagnato sul volo Milano-Atene delle 19,35.
Già oggi Zanotti, che ieri sera ha trovato ad aspettarlo all’aeroporto l’avvocato greco, Georgios Assimakis, e il vice console italiano sarà in cella a Kalamata. La stessa località dove nel 2005 fu arrestato con l’amico, il torinese (ma residente in Romagna) Davide D’Orsi per quei 21 grammi di hascisc. Quantità per la quale i due ragazzi non avrebbero rischiato nulla in Italia, ma sufficiente in Grecia per far rischiare ai giovani 10 anni di carcere. "E’ una pena assolutamente spropositata", hanno ribadito in questi mesi la famiglia Zanotti, il suo legale Carlo Alberto Zaina, e i tanti amici che si sono mobilitati per Luca, finito al centro di un caso nazionale.
Per lui si sono mossi anche il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, gli onorevoli Sergio Pizzolante (Pdl) ed Elisa Marchioni (Pd). I due parlamentari il 5 settembre sono anche scesi in piazza a Santarcangelo con duemila persone, per manifestare a solidarietà a Zanotti e D’Orsi, e chiedere che vengano rivisti gli accordi per il mandato d’arresto europeo. "Luca è stato preso all’alba, come un mafioso... Nei prossimi giorni - annuncia Pizzolante - proporrò a tutti i parlamentari di aderire al nuovo comitato per rivedere le norme sull’estradizione. Norme ingiuste, come dimostra il caso Zanotti, di fronte a leggi così diverse tra i vari Paesi per lo stesso reato".
Luca, come la Cassazione ha deciso il 21 agosto, dovrà comparire in un tribunale greco. Le accuse contro lui e D’Orsi (sull’estradizione di quest’ultimo la Corte d’appello deciderà a fine ottobre) sono di spaccio e traffico internazionale di droga. Ma Zaina e Assimakis sperano di far ottenere a Zanotti le attenuanti. Luca, nel frattempo, dovrà restare in cella in fino al processo. Non nelle galere di Kalamata, però, che hanno una pessima fama: «Entro due giorni sarà trasferito in un carcere vicino Atene, in condizioni relativamente più umane», annuncia Zaina.
Qui resterà fino al processo «che dovrebbe iniziare a fine ottobre». Prima, molto prima, i genitori Paolo e Daniela voleranno in Grecia per andare a trovare Luca: "E’ un momento duro - ammettono - ma Luca si dimostra più maturo che mai". Presto andrà a trovarlo anche una delegazione bipartisan costituita dagli onorevoli Pizzolante e Marchioni.
Manuel Spadazzi
Fonte: Il Resto del Carlino
martedì 16 settembre 2008
La partenza
Questa mattina, Luca mi ha inviato un sms dicendo che lo sono andati a prendere i carabinieri.
Questa sera partira' da Malpensa, scortato dalla polizia greca, alla volta di un carcere ellenico nei pressi di Atene.
Il processo, da quello che ha detto (l'sms e' stato abbastanza breve, e ancora non ho avuto modo di avere altri contatti), non dovrebbe tardare molto.
Questo e' quanto. Purtroppo al momento non si sa (o almeno, non so) di piu'.
In caso di novita', scrivero' un altro post.
Intanto...
FORZA LUCA, SIAMO TUTTI CON TE!
edit: ho parlato con i genitori. Ancora nessuna news (putroppo) sulla data del processo.
sabato 6 settembre 2008
venerdì 5 settembre 2008
Articolo su Il resto del Carlino
"In piazza per Luca:
una battaglia di civiltà "
Solidali a Luca Zanotti, in tanti dalle associazioni agli enti, dai politici d'ogni fazione ai semplici cittadini si sono mobilitati in sostegno del 25enne che rischia secondo la legge greca sino a 10 anni di carcere
"La nostra non è una battaglia contro i giudici. E non è una battaglia politica. E’ una questione di civiltà. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sproporzione enorme che c’è tra il reato commesso in Grecia da Luca Zanotti e Davide D’Orsi, perché i ragazzi hanno commesso un reato e sono i primi a riconoscerlo, e la pena che rischiano in Grecia". Lo ripetono forte e chiaro i ragazzi di Ora d’aria, l’associazione che si è mobilitata per i due giovani, alla vigilia della manifestazione di solidarietà per Luca e Davide in programma stasera a Santarcangelo. Cercando di allontanare ogni strumentalizzazione, ogni equivoco sull’iniziativa di stasera.
L’elenco di associazioni, politici, enti, e delle semplici persone che hanno voluto aderire è lunghissimo, e trasversale. "Quasi tutti i partiti hanno aderito". Ci saranno momenti musicali (con i cantautori Dany Greggio e Daniele Maggioli), ma ci saranno soprattutto gli interventi di familiari e amici che, a partire dalle 20,30, si alterneranno sul palco allestito in piazza Ganganelli. Tutti a spiegare che "è giusto che i ragazzi paghino per il loro sbaglio, ma i 10 anni di carcere che rischiano in Grecia sono davvero esagerati". E’ questa la solidarietà che Santarcangelo chiede per Luca, e per l’amico di Borghi Davide D’Orsi, coinvolto con lui nella vicenda.
"In queste settimane sono arrivati tanti messaggi, tanti segnali di sostegno – ammette Paolo Zanotti, padre di Luca – e questo ha aiutato noi, ma soprattutto Luca. Da mercoledì è di nuovo a casa (dimesso dall’ospedale), ma con la mente si sta preparando alla Grecia. Sa, dopo che la Cassazione ha accolto l’estradizione, che dovrà andarci, ed è pronto ad affrontare questo periodo durissimo. In questi mesi è molto cambiato. Si dice che si matura nelle difficoltà, e Luca sta maturando tanto".
Con i genitori di Zanotti, Paolo e Daniela, stasera sul palco salirà anche l’avvocato Carlo Alberto Zaina, che ricorda come "la loro vicenda ripropone il problema dello stato di diritto. E’ giusto che due italiani possano rischiare 10 anni di carcere per un reato che in Italia sarebbe stato punito molto menoseveramente? Ed è giusto che Zanotti (per D’Orsi la Corte d’appello si esprimerà a giorni), debba stare in carcere preventivo in Grecia fino al processo, quando non si sa nemmeno quando inizierà? I tempi della giustizia greca sono molto lenti, come quelli italiani: Luca potrebbe rimanere in galera anche 2 o 3 anni".
Ecco perché, continua Zaina, "non basta dire, come ha fatto qualcuno, che devono andare in carcere perché hanno commesso un reato di droga: chi lo sostiene non ha capito la vicenda". Tanto più, nota il sindaco di Santarcangelo Mauro Vannoni, nel caso di Luca e Davide. "Ho parlato più volte con Luca, e lui è il primo a dire che ha commesso un reato. Ma la pena non può essere solo il carcere, e per di più secondo leggi così diverse dalle nostre".
La manifestazione di stasera (attese centinaia di persone da tutto il Riminese) servirà, dopo le 2mila firme raccolte, a ribadire l’ingiusto trattamento a cui vanno incontro i ragazzi. "Certo – spiega don Giancarlo Del Bianco – non sono mancati in queste settimane quelli che hanno accusato dicendo: voi fate di questi due ragazzi due eroi, ma hanno commesso un reato! E’ vero, Luca (come Davide), ha fatto un errore. Ma non è un drogato, e non è un criminale. Si deve punire il peccato, non il peccatore".
Manuel Spadazzi
Fonte: Il resto del Carlino
giovedì 4 settembre 2008
Articolo su Il resto del Carlino
Solidarietà al giovane da estradare
Duemila firmano per il santarcangiolese
Gli amici, in meno di una settimana, hanno organizzato una manifestazione di solidarietà e raccolto quasi 1400 firme alle quali vanno aggiunte quelle su internet, arrivate a quota 500
"Speriamo che domani sera Luca sia con noi in piazza". Lo sperano gli amici e i familiari di Luca Zanotti, che in questi giorni stanno raccogliendo le firme e organizzando la manifestazione di solidarietà a favore del 25enne di Santarcangelo, condannato all’estradizione in Grecia dalla Cassazione. Non sarà facile: ieri pomeriggio i medici hanno dimesso il ragazzo dall’ospedale ‘Infermi’ di Rimini, dov’era ricoverato da venerdì per gli attacchi di panico e ulcera. Le sue condizioni sono nettamente migliorate, e pertanto, secondo i sanitari, non c’era motivo di proseguire il ricovero.
"A questo punto possono portarlo dentro in carcere da un momento all’altro", ammette l’avvocato che difende il giovane, Carlo Alberto Zaina. Per Zanotti, comunque, non ci sarà il trasferimento immediato nelle galere greche di Kalamata. Prima Luca verrà portato in un carcere italiano (quasi sicuramente i Casetti, a Rimini) e qui dovrà attendere fino al momento della consegna alle autorità in Grecia. Qui Zanotti, arrestato (insieme all’amico 29enne Davide D’Orsi) nel 2005 nel Peloponneso con 21 grammi di hashish, dovrà rispondere del reato di spaccio e traffico internazionale. Accuse molto pesanti, per le quali Luca rischia dieci anni di carcere.
Una situazione paradossale, che "rischia di rovinare la vita a un ragazzo che, è vero, ha commesso un errore, ma non è né un criminale né uno spacciatore", hanno sempre ripetuto in questi giorni la famiglia e l’avvocato del giovane. E gli amici, che in meno di una settimana hanno organizzato la manifestazione di solidarietà di domani sera, e raccolto già quasi 1400 firme (a cui si aggiungono poi quelle su internet, arrivate a quota 500). "Abbiamo chiesto solidarietà per Luca nella piazza, nei bar, per le strade, fuori dalla chiesa... E quasi tutti hanno firmato", raccontano Elio, Michela e gli altri ragazzi del centro giovani di Santarcangelo ‘Ora d’aria’, impegnati nell’iniziativa di domani sera.
mercoledì 3 settembre 2008
Articolo su Il resto del Carlino
Zanotti ancora ricoverato, il Vescovo gli scrive
Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini ha inviato una missiva al 25enne santarcangiolese, ancora ricoverato in ospedale dopo gli attacchi di panico e ulcera dello scorso venerdì
E’ ancora ricoverato a Rimini, e qui resterà ancora per almeno un paio di giorni. E’ ancora molto provato Luca Zanotti, tornato in ospedale venerdì scorso dopo gli attacchi di panico e ulcera che hanno colpito il giovane. "Speriamo di avere Luca con noi venerdì alla manifestazione", si augura Michela Paganelli, presidente dell’associazione ‘Ora d’aria’. Sono loro, i ragazzi del centro giovani di Santarcangelo, che in questi giorni stanno mettendo in piedi la grande manifestazione di solidarietà di venerdì per Zanotti.
Da sabato non c’è giorno che non passino a fare volantinaggio: in piazza, fuori dalla chiesa, nei bar, nei negozi. Sono attesi centinaia di santarcangiolesi, mentre sul palco saliranno i genitori, Paolo (nella foto) e Daniella Zanotti, forse il sindaco Vannoni, sicuramente Roberto Zappaterra, giovane reggiano che ha passato due mesi in un carcere greco. "Dev’essere una manifestazione di solidarietà, nessuna strumentalizzazione", chiedono la famiglia, gli amici, il Comune. E non mancherà l’appoggio del vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi. Dovrebbe far visita a Luca domani, in ogni caso il vescovo ha scritto una lettera di solidarietà al ragazzo, che verrà letta venerdì sera da don Giancarlo Del Bianco in piazza.
Manuel Spadazzi
Fonte: Il resto del Carlino
martedì 2 settembre 2008
Articolo su Il resto del Carlino
La Giunta provinciale schierata
in favore di Luca Zanotti
L'ente sovraccomunale ha proposto che si possa giungere ad una soluzione equilibrata attraverso un confronto tra diritto italiano e diritto greco in materia di stupefacenti
Il territorio riminese si è mosso da tempo con una campagna per aiutare Luca Zanotti e Davide D'Orsi, i due giovani che rischiano dieci anni di carcere per traffico internazionale di droga essendo stati presi all’aeroporto di Atene con 21 grammi di hashish. In quel Paese non esiste differenza tra spaccio e consumo e dunque tutto viene considerato come un reato da punire con un periodo di detenzione non inferiore ai 10 anni. La Giunta della Provincia di Rimini, stamane, ha affrontato la vicenda e deciso di insistere nella ricerca di una soluzione equilibrata.
Occorre, è stato detto, che si incrocino il diritto italiano e le normative greche per una soluzione di equilibrio. La Giunta ha proposto che si possa arrivare ad una comune normativa europea. Gli assessori provinciali, molto preoccupati per la piega che potrebbe prendere la vicenda di Luca e Davide, apprezzano e ringraziano i parlamentari riminesi e tutte le associazioni che si sono mossi nei confronti del Governo italiano. E si impegneranno affinchè si arrivi ad una soluzione positiva.
Fonte: Il resto del Carlino
CIGL aderisce alla manifestazione di Venerdì 5 Settembre
La CGIL di Rimini aderisce alla manifestazione organizzata dai ragazzi di Santarcangelo per aiutare Luca Zanotti e Davide D’Orsi condividendo l’intenzione alla base delle azioni di solidarietà dell’associazione OraD’aria focalizzata essenzialmente sulla drammatica vicenda umana che vede protagonisti i due giovani.
Rivolge anche un appello ai rappresentanti delle istituzioni affinché, a livello più generale, affrontino il tema dei rapporti internazionali legati al regime di estradizione in presenza di leggi tanto diverse, in ciascun Paese della stessa Europa, che regolano il medesimo reato.
Meris Soldati
Segr. generale CGIL Rimini
Fonte: NewsRimini
lunedì 1 settembre 2008
Raccolta firme
Per leggere l'appello e apporre la propria firma è sufficiente cambiare il suffisso del dominio da .it a .com, lasciando uguale tutto il resto.
Ad ogni modo, ecco un link funzionante:
http://firmiamo.com/lucaedavide-chiedonosostegno
Appena ho tempo aggiornerò anche il banner laterale con quello funzionante.
domenica 31 agosto 2008
Articolo su L'Unità
«Salvate Luca e Davide». L'appello di Tonino Guerra alle autorità greche. Parla il poeta e sceneggiatore di Santarcangelo.
Una «preghiera per la Grecia, se si può avere un po' di dolcezza». E' stupito il poeta santarcangiolese Tonino Guerra di quanto sta accadendo al suo giovane conterraneo, il 24 enne Luca Zanotti. Caduto, insieme all'amico Davide D'Orsi, 28 enne di Borghi, un paese a pochi chilometri, in un incubo giudiziario. E colpito, Guerra, da tanta sproporzione in questa storia di ragazzi e di legge. Presto dovranno tornare in Grecia, in carcere, ad attendere un processo e una sentenza. Non si sa quando, ma già è spropositata l'accusa: "traffico internazionale, detenzione e spaccio di stupefacenti" per appena 21 grammi di fumo, la scorta della loro vacanza nel Peloponneso nell'estate del 2005.
Per il poeta Grecia è sinonimo di cinema, di Theo Angelopoulos, il regista con il quale ha spesso collaborato, nei film Viaggio a Cyteria, Passaggio nella nebbia, Il volo. E che ha portato in visita nel piccolo borgo romagnolo, come lo stesso Angelopoulos ricorda, quando il suo Viaggio di Ulisse è abbozzato in copione e lo porta a visionare all'amico poeta e sceneggiatore. Grecia per Guerra non è certo sinonimo di questa kafkiana vicenda che si è abbattuta sui due ragazzi. Ma anche sulla sua piccola Santarcangelo, che la vive con angoscia, facendosi forza e mobilitandosi intorno ad un banchetto in piazza.
«Su questo paese di poeti e di cose magiche, con un'attenzione da parte dell'intelligenza del mondo. - dice Tonino Guerra - Che ha questa festa del teatro in piazza, che ha avuto la sua alba in questi piccoli borghi medievali. E dove si dice che sul monte Giove sia nato il sangiovese, che è un vitigno anche per i grandi vini come il Brunello di Montalcino. Su questo paese è arrivata questa nuvola nera. Su questi due giovani, che non meritano una punizione così grande».
E il poeta lancia la sua esortazione, carica di dolcezza: «Mi raccomando al governo greco, che abbia una tenerezza speciale, perché una macchia nera sta colpendo solo due ragazzi. E fa un'ombra scura su Santarcangelo, che è un paese luminoso. E che spesso ha ricevuto Theo Angelopoulos, dove ha creato alcuni momenti dei suoi grandi film».
Nel piccolo borgo intanto, già scosso dall'attesa, cresce l'ansia per una nuova notizia. Luca Zanotti è in ospedale. Poche ore dopo essere stato dimesso dall'ospedale santarcangiolese, dove era ricoverato per un malore quando ha saputo di essere stato estradato in Grecia, è stato male. L'altro ieri sera, di nuovo fitte allo stomaco, il volto pallido e teso. Sintomi conosciuti ai suoi genitori, Paolo e Daniela. Una corsa nella notte al pronto soccorso di Rimini dove tutt'ora è ricoverato. Per qualche accertamento, hanno detto ai familiari, ed un consulto con un psicologo. Un evento che il padre temeva. «Ha tenuto fin'ora, ma ho paura che non regga» ripeteva prima della ricaduta ai ragazzi in piazza. Che dietro a un banchetto, continuano a ricordare a tutti l'enormità di questa vicenda, capitata ad un loro amico.
Pubblicato su L'Unità , fascicolo nazionale, pag. 10.
Fonte: www.enricorotelli.it
sabato 30 agosto 2008
Articolo su L'Unità
«Possono portarli via da un momento all'altro...» Due ventenni rischiano 10 anni di carcere in Grecia per 21 grammi di hashis
E' piccola Santarcangelo. Da fuori dicono sia la «città dei matti e dei poeti»: Tonino Guerra, Raffaello Baldini. Da dentro è solo un paese dove si conoscono tutti, anche solo di vista. Una realtà che oggi impatta violentemente con l'incubo kafkiano in cui sono precipitati Luca e Davide, i due ventenni che rischiano 10 anni di carcere per ventuno grammi di hashish, per una vacanza troppo spensierata in Grecia, tre anni fa, che oggi si traduce nella concessione dell'estradizione da parte dell'Italia.
«Luca e Davide hanno bisogno del nostro appoggio. Non lasciamoli soli!!!». Da ieri pomeriggio a Santarcangelo di Romagna un gruppo di ragazzi dell'associazione "Ora d'aria" lanciano l'appello. Cercano di aiutare come possono due loro amici, Luca Zanotti e Davide D'Orsi. Grecia, 2005, un'auto e due amici, con in più un po' di "fumo". Che ad un controllo di polizia vicino a Kalamata trasforma tutto in un incubo. Ventun grammi appena, la scorta per qualche giorno spensierato dopo una stagione di lavoro. Ma bastano per quella legislazione a far pendere sui ragazzi un'accusa di traffico internazionale, trasporto e detenzione di stupefacenti.
Ora Luca, la sua famiglia, gli amici raccolti nella piazza, stanno aspettando: dovrà tornare in Grecia, su di lui un mandato di cattura internazionale. Il Tribunale di Bologna ha deciso di accogliere la domanda di estradizione greca. Quando l'ha saputo, pochi giorni fa, ha avuto un tracollo: ospedale. Vuol dire andare in carcere di là dall'Adriatico senza sapere nulla, né quando si celebrerà il processo, tanto meno l'esito. E il rischio, vista l'accusa, è dieci anni. E da ieri, da quando l'hanno dimesso dal piccolo ospedale di Santarcangelo, tutti si aspettano che da un momento all'altro sia portato via.
«Luca non se l'aspettava, è stato preso in contropiede - dice Michela Paganelli, la presidente di "Ora d'aria" - cerchiamo di darci da fare, per darci forza e speriamo che la dia anche a lui». Hanno preso a prestito un tavolo dalla cucina di un'amica poco lontano. L'hanno portato via così, al volo, con sotto ancora il grosso tagliere per la pasta, immancabile nelle vecchie cucine romagnole. Un paio di plance e qualche volantino, in mezzo alla placida vita del paese. Dietro due bambine giocano a palla, mentre nel viavai che precede l'aperitivo la gente da un'occhiata, si fermano a firmare un appello. Passano un paio di volte i carabinieri.
Arrivano gli amici, in bicicletta, scambiano qualche parola, si organizzano per il prossimo passo, venerdì 5 settembre organizzeranno una manifestazione in piazza. Verrà a parlare Roberto Zappaterra, «un ragazzo di Reggio Emilia che ha vissuto un'esperienza simile». Nel corso di un'immersione trova dei reperti: lo arrestano e si farà 6 mesi di carcere preventivo, prima dell'assoluzione. Poi parlerà l'avvocato, Carlo Alberto Zaina, poi si vedrà: l'organizzazione è in corso. «Vorremmo ci fosse anche Luca alla manifestazione, ma sappiamo che lo possono venire a prendere da un momento all'altro». Altre incognite gravano su tutti: «Qui ci lamentiamo della lentezza della giustizia. Ma di là, in Grecia? - si chiede Angela - non si sa quando si terrà il processo. Quanto lo terranno in galera, 6 mesi, un anno?».
Al banchetto arriva il padre di Luca, Paolo Zanotti. «Sono in gamba questi ragazzi» - ci dice sorridendo. Quarantotto anni, impiegato, sembra molto più giovane e non ha l'aria abbattuta. Al contrario, «in questi giorni mi sono accorto che in famiglia più è dura e più ci crediamo». Ma è preoccupato per Luca. «Non l'ho visto molto bene, è abbastanza provato. Beh, è deperito per l'ospedale, ma questa storia lo sta debilitando a livello psicologico. Spero non molli: è stato bravo fino ad adesso. Ma siamo solo al prologo. Se potessi gli darei la grinta che ho io». «L'assurdo - continua - non è solo l'imputazione, ma che dobbiamo andare là ad aspettare il processo e la sentenza. E là i processi sono più lunghi e le carceri... si possono criticare quelle italiane, ma là lo sono ancora di più...Speriamo almeno di limitare la permanenza in carcere... Credo che quello che doveva imparare da questa storia lo abbia già imparato duramente. Sono le cose dure che ti fanno imparare».
Pubblicato su L'Unità, fascicolo nazionale, pag. 13 e richiamo in prima.
Fonte: www.enricorotelli.it
mercoledì 27 agosto 2008
Articolo su L'Unità
Gentili presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio, vorrei sottoporvi un piccolo caso che mi è stato segnalato da un gruppo di giovani di Santarcangelo di Romagna (il loro gruppo si chiama come questa rubrica: Ora d'aria) e che dovrebbe forse suscitare la vostra attenzione, visto che le vostre auguste persone sono da un mese immuni da procedimenti penali in virtù del celebre Lodo Alfano. Il caso riguarda Luca Zanotti e Davide d’Orsi, rispettivamente di 24 e 28 anni ed è raccontato dettagliatamente nel blog http://aiutiamolucaedavide.blogspot.com.
Nel 2005, in vacanza in Grecia, vengono trovati con addosso 21 grammi di hashish e incarcerati per quattro giorni. Poi escono su cauzione e rientrano in Italia, senza presenziare alle fasi iniziali del processo, anche perché l’avvocato greco non li avverte dell’impossibilità di essere processati in contumacia (in Italia si può, in Grecia no). Così, nell’aprile scorso, tre anni dopo i fatti, la magistratura greca emette contro di loro un mandato di cattura internazionale, con richiesta di estradizione all’Italia. Le autorità giudiziarie e ministeriali italiane concedono prontamente entrambe. L’ultimo appello presentato dai difensori di Luca è stato respinto il 21 agosto dalla Cassazione.
Ora, è chiaro che i due hanno violato il codice penale della Grecia, che pare non faccia distinzione alcuna fra il consumo personale e lo spaccio di droga. Vista l’esigua quantità di hashish sequestrata ai due giovani, è più che ovvio che si trattasse di uso personale. Eppure Luca e Davide sono imputati di “traffico internazionale di stupefacenti”: pena prevista, in Grecia: fino a 10 anni di carcere. E’ molto probabile che, sulla carta, tutto si sia svolto nell’assoluta legalità procedurale, formale e sostanziale. Non sono un giurista, ma un semplice cronista, e dunque posso soltanto domandare come sia possibile che di fronte a una disparità giuridica così spropositata fra i nostri due ordinamenti lo Stato italiano abbia deciso di consegnare i due pericolosi narcotrafficanti alla giustizia greca. Ora i due putribondi figuri, se non accadrà nulla nel frattempo, resteranno in un carcere greco fino al processo e, se condannati (come è altamente probabile), seguiteranno a marcire in cella sino al termine della pena che verrà loro inflitta.
La domanda è molto semplice, quasi banale: non si può fare nulla per loro? Non sarebbe il caso di rivolgere un appello alle autorità greche? Se i due fossero terroristi e assassini, potrebbero rifugiarsi in Francia, paese com’è noto molto ospitale con i Toni Negri, i Pietrostefani e i Cesare Battisti (quest’ultimo, avendo assassinato alcune persone inermi, è stato appena gratificato di un certificato di buona condotta formato dal Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga).
Se i due fossero corrotti, o corruttori, o concorrenti esterni in mafia, o favoreggiatori di Cosa Nostra o della camorra o della ‘ndrangheta, sarebbero di sicuro parlamentari e dunque immuni dalle manette. Se, puta caso, fossero imputati di corruzione di testimone, appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio, o avessero tentato di comprasi qualche senatore o un dirigente Rai, o avessero elogiato un mafioso sanguinario come “eroe” nazionale, potrebbero legittimamente aspirare alla presidenza del Consiglio. Se avessero, viceversa, avuto una società di brokeraggio insieme a qualche futuro condannato per mafia, siederebbero alla presidenza del Senato. Se avessero malmenato e morsicato alcuni poliziotti durante una perquisizione, sarebbero ministri dell’Interno, pontificherebbero a Cortina sulla “linea dura” contro il crimine (degli altri). Se invece avessero dichiarato di volersi pulire il culo col Tricolore, o intascato 200 milioni della maxitangente Enimont, troneggerebbero al dicastero delle Riforme istituzionali e verrebbero invitati alla grande Festa Democratica. Se magari usassero partecipare a coca party con squillo incorporate, siederebbero alla Camera nei banchi dell’Udc.
Ma purtroppo, giovani e sprovveduti come sono, si sono limitati a portarsi qualche canna nello zaino durante un vacanza all’estero. Dunque le alte e medie cariche istituzionali sono a loro giustamente precluse. Si potrebbe varare un emendamento al Lodo Alfano, che estenda a loro l’invulnerabilità penale, magari togliendola al presidente della Repubblica, della Camera e del Senato che non avendo, diversamente dal premier, alcun processo in corso, dell’immunità non sanno che farsene. In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti.
Ora d'aria
l'Unità, 27 agosto 2008
Fonte: voglioscendere.ilcannocchiale.it
sabato 23 agosto 2008
venerdì 22 agosto 2008
Servizio su IcaroTv
Sentenza Cassazione Luca
Anche per loro posso andare in grecia, consegnato dalle autorità italiane alle autorità greche che, non appena mi avranno fra loro, mi porteranno in carcere ad aspettare un processo che non si sa nè quando inizierà, nè quanto durerà.
Io i miei amici i miei genitori e parenti eravamo tutti preoccupati per l'esito di questa faccenda ma eravamo fiduciosi in una conclusione positiva della questione in mio favore.
Ma la giustizia italina ha fatto il suo corso e questo è l'esito.
Ora dovrò aspettare solo che l'ordinanza sia resa effettiva dalla corte di bologna, che renderà disponibile la mia cattura da parte delle forze dell'ordine italiane.
Quando?...
Questo chiaramente non è dato saperlo, anche se credo che la decisione più razionale sia aspettare anche la sentenza di Davide il 28 Agosto..
In realtà, sapevo benissimo del processo che era in corso in Grecia, ma in questi anni, per via di mancata comunicazione fra noi e loro, non ci stavo più pensando;
sicuramente non era nostra intenzione fare la parte dei latitanti, anche se poi è proprio così che è andata a finire....
Questa proprio non la mando giù,
non pensavo proprio che sarebbe andato a finire così il giudizio, quello che chiedevo era solo di andare la' da cittadino libero ad effettuare il processo, ora le prospettive sono solo il carcere preventivo...proprio come i latitanti.
Ora attendo, anche se è tutto ciò che ho fatto quest'estate, non so con quale speranza, probabilmente che qualcuno fra i detenuti nel carcere greco parli italiano o inglese..
La cassazione è l'ultimo grado di giudizio,, ora forse solo la diplomazia potrebbe fare qualcosa...forse
venerdì 25 luglio 2008
martedì 22 luglio 2008
Udienza in Cassazione per Luca
ieri ho contattato il mio avvocato dopo un po che non ci sentivamo visto che era comunuque impegnato con il ricorso in mio favore da impugnare alla Cassazione di Roma: mi ha informato che il procuratore generale della Corte d'Appello di Bologna che ha giudicato Davide ha presentato anch'egli ricorso in Corte di Cassazione.
Così anche Davide, anche se adesso non è più agli arresti domociliari, dovrà recarsi con i suoi legali a Roma in data ancora da destinarsi, per far fronte al ricorso effettuato dal Procuratore della Repubblica.
Inoltre ieri è stata fissata la data dell'udienza in Cassazione per me: 21 Agosto.
Da quel processo dipenderà la mia sorte futura che sarà, o aspettare in un carcere greco l'istituzione del processo in Grecia, lo svolgimento e la sentenza, oppure l'attesa del tutto qui in Italia portando avanti le pratiche da qua.
venerdì 11 luglio 2008
Sentenza per Davide
L'esito del suo ricorso, al contrario del mio, è andato a buon fine, nel senso che i giudici hanno respinto il mandato di cattura europeo a suo discapito.
Questa è senza dubbio una grande notizia, prima di tutto per Davide, e di conseguenza anche per me, visto che il processo greco è identico per entrambi.
I tempi sfalsati delle nostre udienze italiane sono dovuti solamente alle differenti date d'arresto nella nostra residenza (io ero assente per motivi di studio a Trieste).
In merito alle sentenze diverse emesse dalla Corte d'appello la situazione è più complicata e il mio avvocato la sta esaminando.
Sto aspettando notizie nei prossimi giorni che vi comunicherò.
Intanto Davide ha potuto ricominciare il suo lavoro a pieno ritmo e finalmente non è più agli arresti domiciliari; così finalmente lo rivedrò dopo mesi di sole chiamate telefoniche!
Colgo l'occasione per ringraziare tutte le persone (amici, conoscenti e non conoscenti) per la partecipazione alla raccolta firme e specialmente per il supporto morale che mi stanno dando:
fa VERAMENTE MOLTO PIACERE SENTIRSI VICINO COSì TANTE PERSONE!
Grazie ancora
A risentirci al più presto
Luca
mercoledì 9 luglio 2008
Qualche notizia su noi
Finito la scuola, ha deciso di cambiare ambiente lavorativo, facendo il falegname ed arrotondando ogni tanto come benzinaio, finchè non si è trasferito a Rimini: qui ha conosciuto la stagione estiva della costiera romagnola...quella lavorativa però, fatta di orari continuati e di 12 ore di lavoro al giorno a volte senza riposo.
Una stagione a questi ritmi in un bar, poi ha trovato lavoro stabile come corriere nella consegna dei quotidiani (sempre alternando ritmo invernale a quello ben diverso estivo); dopo 4 anni passati svegliandosi alle 3 di mattina, ha trovato, da un anno a questa parte, impiego presso la Parmalat come rappresentante: la responsabilità sul lavoro è migliorata, orari della levata mattutina e ritmi di lavoro no.
Io (Luca) finito il liceo scientifico a Savignano sul Rubicone (Cesena) ho deciso di fare un'esperienza all'estero e, dopo un lavoretto di un paio di mesi ai mercati settimanali, ho deciso che con i miei risparmi sarei andato a Londra.
In Inghilterra, alla fine sono rimasto 2 anni, lavorando come lavapiatti poi come aiuto cuoco e convivendo con la mia ragazza, con cui condividevo spese per un piccolo monolocale e tempo libero.
Tornato in Italia ho conosciuto anche io la stagione riminese lavorando per due estati nelle cucine degli hotel romagnoli, alternando questo lavoro d'estate, con quello della consegna giornali durante l'inverno e arrotondando con qualche straordinario in cucina durante le festività.
L'anno scorso ho deciso di ricominciare a studiare, iscrivendomi all'Università di Trieste e frequentando il primo anno della facoltà di Lingue.
martedì 8 luglio 2008
La situazione
Ciao mi chiamo Zanotti Luca,
ho 24 anni e sono residente a Santarcangelo di Romagna ( Rimini). Da Aprile di quest’anno è stato emesso un mandato di arresto europeo dalle Autorità Greche che ora chiedono l’estradizione mia e del mio amico Davide D’Orsi (28 anni), residente a Cesena ma originario di Ciriè (Torino).
Tutto cominciò tre anni fa (nel 2005), quando Davide ed io ci conoscemmo e, dopo una lunga stagione balneare lavorativa, decidemmo di passare insieme una vacanza di 15 giorni in Grecia con destinazione Peloponneso, la parte peninsulare dello stato Greco.
A quattro giorni dal nostro sbarco a Patrasso con il traghetto e, dopo aver visitato altrettante cittadine con le relative acropoli Greche, fummo fermati per un controllo di routine da parte della polizia ellenica di Kalamata che, avendoci trovato con circa 21 grammi di haschisch, ci arrestò.
Restammo in cella per 4 giorni ed infine ci fu un udienza in cui fu disposta una cauzione di 2.500 euro a testa, ci rilasciarono e tornammo in Italia tramite traghetto come prestabilito dal nostro biglietto di ritorno.
In Grecia ci spiegarono che non vi è distinzione fra quantitativo per uso personale e quello ai fini di spaccio;
non vi è una soglia che lo distingue come nel resto delle normative previste dagli stati membri dell’Unione Europea;
in Grecia è considerato un reato alla stregua di un omicidio.
Le Autorità Greche ci arrestarono con l’accusa di
- traffico internazionale di stupefacenti ai fini di spaccio,
- trasporto di sostanza stupefacente ai fini di spaccio
- detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio,
- spaccio di sostanza stupefacente
- infine uso di sostanza stupefacente.
Ad Aprile di quest’anno il Procuratore Generale di Kalamata ha emesso un mandato di estradizione chiedendo la nostra consegna da parte delle Autorità Italiane, chiarendo che, una volta effettuatala, saremo andati incontro prima di tutto al carcere preventivo in Grecia in attesa del processo (con data ancora da destinarsi, senza ulteriore chiarificazione sui tempi in cui si terrà il processo), poi ha specificato che per un reato del genere la giustizia Greca prevede solamente una pena detentiva di ALMENO (ovvero di MINIMO) 10 ANNI…
Tre anni fa, all’epoca del fatto, noi non immaginavamo minimamente che lo Stato Greco, anch’esso facente parte dell’Unione Europea, potesse avere una legislazione così diversa, non solo da quella Italiana, ma anche da quelle degli altri stati dell’Unione Europea.
Ora, dopo la prima udienza alla Corte d’Appello di Bologna, i giudici hanno dato il benestare per la consegna rifacendosi alle disposizioni riguardanti agli accordi per l’estradizione facilitata fra i paesi aderenti al trattato di Schengen (circa gli stessi aderenti all’Unione Europea).
Ora, a me, resta solo che sperare nel ricorso che il mio avvocato farà alla Corte di Cassazione, mentre il mio amico Davide aspetta ancora il giudizio della prima udienza (che si svolgerà il 10 Luglio). Comunque le nostre sentenze, anche avendo tempi differenti, sono strettamente correlate l’una all’altra, ed andranno avanti parallelamente influenzandosi l’una con l’altra, visto che in Grecia siamo accusati del medesimo reato:
- traffico internazionale di stupefacenti ai fini di spaccio.
Se volete partecipare in qualche modo, lasciando commenti oppure aderendo alla raccolta firme che sarà disponibile sul blog, vi saremo immensamente grati.Mi rendo conto che ultimamente petizioni on-line e raccolte firme sono all’ordine del giorno e per i più svariati motivi, ma non riesco a trovare altro modo per poter comunicare la nostra disponibilità a pagare per il reato e l’errore commesso, senza pero incorrere all’estradizione sul territorio Greco che prevede la trattazione di questo reato solamente come TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI AI FINI DI SPACCIO, con una pena NON INFERIORE AI 10 ANNI.