mercoledì 22 ottobre 2008

Articolo su Il Resto del Carlino

Droga, Luca è libero. "Il giudice? Come una mamma"

Dopo cinque settimane di carcere greco il giovane santarcangiolese riabbraccerà familiari ed amici. Zanotti, che è stato liberato su cauzione di 10mila euro, tornerà di fronte al tribunale di Kalamata il 16 dicembre

"Adesso voglio fare una sorpresa ai nonni, non ditegli quando arrivo". Il primo pensiero di Luca Zanotti, tornato in libertà su cauzione (10 mila euro) versata a tempo di record con un bonifico da Cesena alla Western Union di Kalamata, è per la famiglia. E’ anche il punto da cui ricomincia la sua vita di eroe per caso, vittima inconsapevole di ingranaggi complessi e più grandi di lui, come il mandato di arresto europeo, un sistema perverso che ha rischiato di stritolarlo.

Un errore commesso tre anni fa, quel modesto quantitativo di 'fumo', 21 grammi, è diventato per la bulimia dei meccanismi giudiziari "traffico internazionale di stupefacenti". Accusa assurda, sproporzionata, cresciuta mese dopo mese fino a diventare un caso emblematico che forse costringerà il parlamento a ripensare, criticamente, all’adesione supina alle convenzioni dell’Europa intesa come un’unica nazione. Questa vicenda dimostra infatti l’esatto contrario. E l’incubo di Luca Zanotti, che tornerà di fronte al tribunale di Kalamata il 16 dicembre, ha rischiato di ingigantirsi oltremodo se i suoi avvocati Zaina e Assimakis non avessero fatto bene il loro mestiere e soprattutto se il presidente del tribunale Dritsakou, una donna, non avesse usato il buon senso femminile, con sfumature addirittura materne.

Cinque settimane in carcere, "ma avevo deciso di non contare i giorni", un caleidoscopio di momenti e di stati d’animo contrapposti, sempre sostenuto dal grande amore della famiglia, che ha organizzato durante il soggiorno nella prigione di Nauplia una staffetta affettiva per non fargli mancare le tre visite settimanali che gli erano concesse.

L’attimo di crisi all’inizio dell’udienza. Sul processo pendeva la spada di Damocle dello sciopero dei cancellieri: tutte le udienze previste per la giornata sono state rinviate di un mese o due. Si profilava quindi un’ulteriore detenzione fino al dibattimento. Essendo una fase preliminare, Luca, quando è stato convocato, non ha avuto a disposizione l’interprete, nella persone del console onorario Margherita Bovicelli.

"Sono stati momenti bruttissimi, di panico. Quando mi hanno riportato nella stanza con gli altri detenuti non capivo cosa fosse successo. Continuavano a dirmi che c’era sciopero, che si tornava dentro". L’istrionico avvocato Assimakis ha convinto il presidente, fino a quel punto molto nervosa e contrariata per lo sciopero del cancelliere, che comunque era presente, ad ascoltare il ragazzo per rendersi conto di persona che Luca era tutto, tratte che un pericoloso trafficante internazionale di stupefacenti.

Le ha chiesto di differire le misure di custodia. C’erano anche due parlamentari pronti a testimoniare, Pizzolante e Marchioni (Pdl e Pd), l’ambasciata aveva inviato sul posto il primo segretario Brook ed era pronta ad inoltrare una protesta ufficiale se davvero dalla giornata di ieri fosse scaturito il rinvio in stato di detenzione fino a metà dicembre.

"Quando mi hanno richiamato in aula il clima era completamente diverso e il presidente mi ha trattato come se fosse una mamma. Mi ha chiesto di parlare della mia famiglia, degli studi all’università e di raccontargli che cosa avevo fatto. Io le ho detto che non fumo più e che non l’ho mai fatto abitualmente in passato, ma solo qualche volta è capitato di dare un tiro alle feste con gli amici". Il magistrato ha capito. "Sei un bravo ragazzo— gli ha detto la signora Dritsakou prima di rimetterlo in libertà — perché di tanto in tanto fai quelle cose?". Ha trionfato il buonsenso, uscito pesantemente sconfitto dalla corte d’appello di Bologna che aveva concesso l’estradizione.

Lorenzo Sani


Fonte: Il resto del carlino