mercoledì 27 agosto 2008

Articolo su L'Unità

Per Luca e Davide

Gentili presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio, vorrei sottoporvi un piccolo caso che mi è stato segnalato da un gruppo di giovani di Santarcangelo di Romagna (il loro gruppo si chiama come questa rubrica: Ora d'aria) e che dovrebbe forse suscitare la vostra attenzione, visto che le vostre auguste persone sono da un mese immuni da procedimenti penali in virtù del celebre Lodo Alfano. Il caso riguarda Luca Zanotti e Davide d’Orsi, rispettivamente di 24 e 28 anni ed è raccontato dettagliatamente nel blog http://aiutiamolucaedavide.blogspot.com.

Nel 2005, in vacanza in Grecia, vengono trovati con addosso 21 grammi di hashish e incarcerati per quattro giorni. Poi escono su cauzione e rientrano in Italia, senza presenziare alle fasi iniziali del processo, anche perché l’avvocato greco non li avverte dell’impossibilità di essere processati in contumacia (in Italia si può, in Grecia no). Così, nell’aprile scorso, tre anni dopo i fatti, la magistratura greca emette contro di loro un mandato di cattura internazionale, con richiesta di estradizione all’Italia. Le autorità giudiziarie e ministeriali italiane concedono prontamente entrambe. L’ultimo appello presentato dai difensori di Luca è stato respinto il 21 agosto dalla Cassazione.

Ora, è chiaro che i due hanno violato il codice penale della Grecia, che pare non faccia distinzione alcuna fra il consumo personale e lo spaccio di droga. Vista l’esigua quantità di hashish sequestrata ai due giovani, è più che ovvio che si trattasse di uso personale. Eppure Luca e Davide sono imputati di “traffico internazionale di stupefacenti”: pena prevista, in Grecia: fino a 10 anni di carcere. E’ molto probabile che, sulla carta, tutto si sia svolto nell’assoluta legalità procedurale, formale e sostanziale. Non sono un giurista, ma un semplice cronista, e dunque posso soltanto domandare come sia possibile che di fronte a una disparità giuridica così spropositata fra i nostri due ordinamenti lo Stato italiano abbia deciso di consegnare i due pericolosi narcotrafficanti alla giustizia greca. Ora i due putribondi figuri, se non accadrà nulla nel frattempo, resteranno in un carcere greco fino al processo e, se condannati (come è altamente probabile), seguiteranno a marcire in cella sino al termine della pena che verrà loro inflitta.

La domanda è molto semplice, quasi banale: non si può fare nulla per loro? Non sarebbe il caso di rivolgere un appello alle autorità greche? Se i due fossero terroristi e assassini, potrebbero rifugiarsi in Francia, paese com’è noto molto ospitale con i Toni Negri, i Pietrostefani e i Cesare Battisti (quest’ultimo, avendo assassinato alcune persone inermi, è stato appena gratificato di un certificato di buona condotta formato dal Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga).

Se i due fossero corrotti, o corruttori, o concorrenti esterni in mafia, o favoreggiatori di Cosa Nostra o della camorra o della ‘ndrangheta, sarebbero di sicuro parlamentari e dunque immuni dalle manette. Se, puta caso, fossero imputati di corruzione di testimone, appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio, o avessero tentato di comprasi qualche senatore o un dirigente Rai, o avessero elogiato un mafioso sanguinario come “eroe” nazionale, potrebbero legittimamente aspirare alla presidenza del Consiglio. Se avessero, viceversa, avuto una società di brokeraggio insieme a qualche futuro condannato per mafia, siederebbero alla presidenza del Senato. Se avessero malmenato e morsicato alcuni poliziotti durante una perquisizione, sarebbero ministri dell’Interno, pontificherebbero a Cortina sulla “linea dura” contro il crimine (degli altri). Se invece avessero dichiarato di volersi pulire il culo col Tricolore, o intascato 200 milioni della maxitangente Enimont, troneggerebbero al dicastero delle Riforme istituzionali e verrebbero invitati alla grande Festa Democratica. Se magari usassero partecipare a coca party con squillo incorporate, siederebbero alla Camera nei banchi dell’Udc.

Ma purtroppo, giovani e sprovveduti come sono, si sono limitati a portarsi qualche canna nello zaino durante un vacanza all’estero. Dunque le alte e medie cariche istituzionali sono a loro giustamente precluse. Si potrebbe varare un emendamento al Lodo Alfano, che estenda a loro l’invulnerabilità penale, magari togliendola al presidente della Repubblica, della Camera e del Senato che non avendo, diversamente dal premier, alcun processo in corso, dell’immunità non sanno che farsene. In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti.

Marco Travaglio

Ora d'aria
l'Unità, 27 agosto 2008

Fonte: voglioscendere.ilcannocchiale.it