domenica 31 agosto 2008

Articolo su L'Unità

«Salvate Luca e Davide». L'appello di Tonino Guerra alle autorità greche. Parla il poeta e sceneggiatore di Santarcangelo.

Una «preghiera per la Grecia, se si può avere un po' di dolcezza». E' stupito il poeta santarcangiolese Tonino Guerra di quanto sta accadendo al suo giovane conterraneo, il 24 enne Luca Zanotti. Caduto, insieme all'amico Davide D'Orsi, 28 enne di Borghi, un paese a pochi chilometri, in un incubo giudiziario. E colpito, Guerra, da tanta sproporzione in questa storia di ragazzi e di legge. Presto dovranno tornare in Grecia, in carcere, ad attendere un processo e una sentenza. Non si sa quando, ma già è spropositata l'accusa: "traffico internazionale, detenzione e spaccio di stupefacenti" per appena 21 grammi di fumo, la scorta della loro vacanza nel Peloponneso nell'estate del 2005.

Per il poeta Grecia è sinonimo di cinema, di Theo Angelopoulos, il regista con il quale ha spesso collaborato, nei film Viaggio a Cyteria, Passaggio nella nebbia, Il volo. E che ha portato in visita nel piccolo borgo romagnolo, come lo stesso Angelopoulos ricorda, quando il suo Viaggio di Ulisse è abbozzato in copione e lo porta a visionare all'amico poeta e sceneggiatore. Grecia per Guerra non è certo sinonimo di questa kafkiana vicenda che si è abbattuta sui due ragazzi. Ma anche sulla sua piccola Santarcangelo, che la vive con angoscia, facendosi forza e mobilitandosi intorno ad un banchetto in piazza.

«Su questo paese di poeti e di cose magiche, con un'attenzione da parte dell'intelligenza del mondo. - dice Tonino Guerra - Che ha questa festa del teatro in piazza, che ha avuto la sua alba in questi piccoli borghi medievali. E dove si dice che sul monte Giove sia nato il sangiovese, che è un vitigno anche per i grandi vini come il Brunello di Montalcino. Su questo paese è arrivata questa nuvola nera. Su questi due giovani, che non meritano una punizione così grande».

E il poeta lancia la sua esortazione, carica di dolcezza: «Mi raccomando al governo greco, che abbia una tenerezza speciale, perché una macchia nera sta colpendo solo due ragazzi. E fa un'ombra scura su Santarcangelo, che è un paese luminoso. E che spesso ha ricevuto Theo Angelopoulos, dove ha creato alcuni momenti dei suoi grandi film».

Nel piccolo borgo intanto, già scosso dall'attesa, cresce l'ansia per una nuova notizia. Luca Zanotti è in ospedale. Poche ore dopo essere stato dimesso dall'ospedale santarcangiolese, dove era ricoverato per un malore quando ha saputo di essere stato estradato in Grecia, è stato male. L'altro ieri sera, di nuovo fitte allo stomaco, il volto pallido e teso. Sintomi conosciuti ai suoi genitori, Paolo e Daniela. Una corsa nella notte al pronto soccorso di Rimini dove tutt'ora è ricoverato. Per qualche accertamento, hanno detto ai familiari, ed un consulto con un psicologo. Un evento che il padre temeva. «Ha tenuto fin'ora, ma ho paura che non regga» ripeteva prima della ricaduta ai ragazzi in piazza. Che dietro a un banchetto, continuano a ricordare a tutti l'enormità di questa vicenda, capitata ad un loro amico.

Pubblicato su L'Unità , fascicolo nazionale, pag. 10.

Fonte: www.enricorotelli.it

sabato 30 agosto 2008

Articolo su L'Unità

«Possono portarli via da un momento all'altro...» Due ventenni rischiano 10 anni di carcere in Grecia per 21 grammi di hashis

E' piccola Santarcangelo. Da fuori dicono sia la «città dei matti e dei poeti»: Tonino Guerra, Raffaello Baldini. Da dentro è solo un paese dove si conoscono tutti, anche solo di vista. Una realtà che oggi impatta violentemente con l'incubo kafkiano in cui sono precipitati Luca e Davide, i due ventenni che rischiano 10 anni di carcere per ventuno grammi di hashish, per una vacanza troppo spensierata in Grecia, tre anni fa, che oggi si traduce nella concessione dell'estradizione da parte dell'Italia.

«Luca e Davide hanno bisogno del nostro appoggio. Non lasciamoli soli!!!». Da ieri pomeriggio a Santarcangelo di Romagna un gruppo di ragazzi dell'associazione "Ora d'aria" lanciano l'appello. Cercano di aiutare come possono due loro amici, Luca Zanotti e Davide D'Orsi. Grecia, 2005, un'auto e due amici, con in più un po' di "fumo". Che ad un controllo di polizia vicino a Kalamata trasforma tutto in un incubo. Ventun grammi appena, la scorta per qualche giorno spensierato dopo una stagione di lavoro. Ma bastano per quella legislazione a far pendere sui ragazzi un'accusa di traffico internazionale, trasporto e detenzione di stupefacenti.

Ora Luca, la sua famiglia, gli amici raccolti nella piazza, stanno aspettando: dovrà tornare in Grecia, su di lui un mandato di cattura internazionale. Il Tribunale di Bologna ha deciso di accogliere la domanda di estradizione greca. Quando l'ha saputo, pochi giorni fa, ha avuto un tracollo: ospedale. Vuol dire andare in carcere di là dall'Adriatico senza sapere nulla, né quando si celebrerà il processo, tanto meno l'esito. E il rischio, vista l'accusa, è dieci anni. E da ieri, da quando l'hanno dimesso dal piccolo ospedale di Santarcangelo, tutti si aspettano che da un momento all'altro sia portato via.

«Luca non se l'aspettava, è stato preso in contropiede - dice Michela Paganelli, la presidente di "Ora d'aria" - cerchiamo di darci da fare, per darci forza e speriamo che la dia anche a lui». Hanno preso a prestito un tavolo dalla cucina di un'amica poco lontano. L'hanno portato via così, al volo, con sotto ancora il grosso tagliere per la pasta, immancabile nelle vecchie cucine romagnole. Un paio di plance e qualche volantino, in mezzo alla placida vita del paese. Dietro due bambine giocano a palla, mentre nel viavai che precede l'aperitivo la gente da un'occhiata, si fermano a firmare un appello. Passano un paio di volte i carabinieri.

Arrivano gli amici, in bicicletta, scambiano qualche parola, si organizzano per il prossimo passo, venerdì 5 settembre organizzeranno una manifestazione in piazza. Verrà a parlare Roberto Zappaterra, «un ragazzo di Reggio Emilia che ha vissuto un'esperienza simile». Nel corso di un'immersione trova dei reperti: lo arrestano e si farà 6 mesi di carcere preventivo, prima dell'assoluzione. Poi parlerà l'avvocato, Carlo Alberto Zaina, poi si vedrà: l'organizzazione è in corso. «Vorremmo ci fosse anche Luca alla manifestazione, ma sappiamo che lo possono venire a prendere da un momento all'altro». Altre incognite gravano su tutti: «Qui ci lamentiamo della lentezza della giustizia. Ma di là, in Grecia? - si chiede Angela - non si sa quando si terrà il processo. Quanto lo terranno in galera, 6 mesi, un anno?».

Al banchetto arriva il padre di Luca, Paolo Zanotti. «Sono in gamba questi ragazzi» - ci dice sorridendo. Quarantotto anni, impiegato, sembra molto più giovane e non ha l'aria abbattuta. Al contrario, «in questi giorni mi sono accorto che in famiglia più è dura e più ci crediamo». Ma è preoccupato per Luca. «Non l'ho visto molto bene, è abbastanza provato. Beh, è deperito per l'ospedale, ma questa storia lo sta debilitando a livello psicologico. Spero non molli: è stato bravo fino ad adesso. Ma siamo solo al prologo. Se potessi gli darei la grinta che ho io». «L'assurdo - continua - non è solo l'imputazione, ma che dobbiamo andare là ad aspettare il processo e la sentenza. E là i processi sono più lunghi e le carceri... si possono criticare quelle italiane, ma là lo sono ancora di più...Speriamo almeno di limitare la permanenza in carcere... Credo che quello che doveva imparare da questa storia lo abbia già imparato duramente. Sono le cose dure che ti fanno imparare».

Pubblicato su L'Unità, fascicolo nazionale, pag. 13 e richiamo in prima.

Fonte: www.enricorotelli.it

mercoledì 27 agosto 2008

Articolo su L'Unità

Per Luca e Davide

Gentili presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio, vorrei sottoporvi un piccolo caso che mi è stato segnalato da un gruppo di giovani di Santarcangelo di Romagna (il loro gruppo si chiama come questa rubrica: Ora d'aria) e che dovrebbe forse suscitare la vostra attenzione, visto che le vostre auguste persone sono da un mese immuni da procedimenti penali in virtù del celebre Lodo Alfano. Il caso riguarda Luca Zanotti e Davide d’Orsi, rispettivamente di 24 e 28 anni ed è raccontato dettagliatamente nel blog http://aiutiamolucaedavide.blogspot.com.

Nel 2005, in vacanza in Grecia, vengono trovati con addosso 21 grammi di hashish e incarcerati per quattro giorni. Poi escono su cauzione e rientrano in Italia, senza presenziare alle fasi iniziali del processo, anche perché l’avvocato greco non li avverte dell’impossibilità di essere processati in contumacia (in Italia si può, in Grecia no). Così, nell’aprile scorso, tre anni dopo i fatti, la magistratura greca emette contro di loro un mandato di cattura internazionale, con richiesta di estradizione all’Italia. Le autorità giudiziarie e ministeriali italiane concedono prontamente entrambe. L’ultimo appello presentato dai difensori di Luca è stato respinto il 21 agosto dalla Cassazione.

Ora, è chiaro che i due hanno violato il codice penale della Grecia, che pare non faccia distinzione alcuna fra il consumo personale e lo spaccio di droga. Vista l’esigua quantità di hashish sequestrata ai due giovani, è più che ovvio che si trattasse di uso personale. Eppure Luca e Davide sono imputati di “traffico internazionale di stupefacenti”: pena prevista, in Grecia: fino a 10 anni di carcere. E’ molto probabile che, sulla carta, tutto si sia svolto nell’assoluta legalità procedurale, formale e sostanziale. Non sono un giurista, ma un semplice cronista, e dunque posso soltanto domandare come sia possibile che di fronte a una disparità giuridica così spropositata fra i nostri due ordinamenti lo Stato italiano abbia deciso di consegnare i due pericolosi narcotrafficanti alla giustizia greca. Ora i due putribondi figuri, se non accadrà nulla nel frattempo, resteranno in un carcere greco fino al processo e, se condannati (come è altamente probabile), seguiteranno a marcire in cella sino al termine della pena che verrà loro inflitta.

La domanda è molto semplice, quasi banale: non si può fare nulla per loro? Non sarebbe il caso di rivolgere un appello alle autorità greche? Se i due fossero terroristi e assassini, potrebbero rifugiarsi in Francia, paese com’è noto molto ospitale con i Toni Negri, i Pietrostefani e i Cesare Battisti (quest’ultimo, avendo assassinato alcune persone inermi, è stato appena gratificato di un certificato di buona condotta formato dal Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga).

Se i due fossero corrotti, o corruttori, o concorrenti esterni in mafia, o favoreggiatori di Cosa Nostra o della camorra o della ‘ndrangheta, sarebbero di sicuro parlamentari e dunque immuni dalle manette. Se, puta caso, fossero imputati di corruzione di testimone, appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio, o avessero tentato di comprasi qualche senatore o un dirigente Rai, o avessero elogiato un mafioso sanguinario come “eroe” nazionale, potrebbero legittimamente aspirare alla presidenza del Consiglio. Se avessero, viceversa, avuto una società di brokeraggio insieme a qualche futuro condannato per mafia, siederebbero alla presidenza del Senato. Se avessero malmenato e morsicato alcuni poliziotti durante una perquisizione, sarebbero ministri dell’Interno, pontificherebbero a Cortina sulla “linea dura” contro il crimine (degli altri). Se invece avessero dichiarato di volersi pulire il culo col Tricolore, o intascato 200 milioni della maxitangente Enimont, troneggerebbero al dicastero delle Riforme istituzionali e verrebbero invitati alla grande Festa Democratica. Se magari usassero partecipare a coca party con squillo incorporate, siederebbero alla Camera nei banchi dell’Udc.

Ma purtroppo, giovani e sprovveduti come sono, si sono limitati a portarsi qualche canna nello zaino durante un vacanza all’estero. Dunque le alte e medie cariche istituzionali sono a loro giustamente precluse. Si potrebbe varare un emendamento al Lodo Alfano, che estenda a loro l’invulnerabilità penale, magari togliendola al presidente della Repubblica, della Camera e del Senato che non avendo, diversamente dal premier, alcun processo in corso, dell’immunità non sanno che farsene. In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti.

Marco Travaglio

Ora d'aria
l'Unità, 27 agosto 2008

Fonte: voglioscendere.ilcannocchiale.it

sabato 23 agosto 2008

venerdì 22 agosto 2008

Servizio su IcaroTv

Dato che al momento Luca non è in grado di seguire il blog (attualmente è ricoverato in ospedale), provvederò io all'upload di video e trafiletti sul giornale.

Sentenza Cassazione Luca

Ieri 21 agosto la cassazione ha deciso del mio futuro prossimo (spero), confermando la decisione della corte d'appello di bologna.
Anche per loro posso andare in grecia, consegnato dalle autorità italiane alle autorità greche che, non appena mi avranno fra loro, mi porteranno in carcere ad aspettare un processo che non si sa nè quando inizierà, nè quanto durerà.
Io i miei amici i miei genitori e parenti eravamo tutti preoccupati per l'esito di questa faccenda ma eravamo fiduciosi in una conclusione positiva della questione in mio favore.
Ma la giustizia italina ha fatto il suo corso e questo è l'esito.
Ora dovrò aspettare solo che l'ordinanza sia resa effettiva dalla corte di bologna, che renderà disponibile la mia cattura da parte delle forze dell'ordine italiane.
Quando?...
Questo chiaramente non è dato saperlo, anche se credo che la decisione più razionale sia aspettare anche la sentenza di Davide il 28 Agosto..
In realtà, sapevo benissimo del processo che era in corso in Grecia, ma in questi anni, per via di mancata comunicazione fra noi e loro, non ci stavo più pensando;
sicuramente non era nostra intenzione fare la parte dei latitanti, anche se poi è proprio così che è andata a finire....
Questa proprio non la mando giù,
non pensavo proprio che sarebbe andato a finire così il giudizio, quello che chiedevo era solo di andare la' da cittadino libero ad effettuare il processo, ora le prospettive sono solo il carcere preventivo...proprio come i latitanti.
Ora attendo, anche se è tutto ciò che ho fatto quest'estate, non so con quale speranza, probabilmente che qualcuno fra i detenuti nel carcere greco parli italiano o inglese..
La cassazione è l'ultimo grado di giudizio,, ora forse solo la diplomazia potrebbe fare qualcosa...forse